A bituiamoci a sentire il suono, non ascoltiamo semplicemente ma sentiamolo. Cerchiamo di assumerlo come fosse ossigeno respirandolo lentamente e lentamente permettendo all sua sostanza di invadere ogni parte del nostro organismo, anche le piu recondita. Non piu dissertazioni tecniche, confronti, pareri ma utili e improrogabili diserzioni, fughe nel mondo della purezza e del racconto, lo stesso che il loop costante innescato da Will Long in arte Celer, musicista scrittore e fotografo americano che ha scelto il Giappone come casa, inizia a diffondere. Disponiamo di quaranta minuti un tempo definiti ambient, nei quali tuffarci raggiungendo il nucleo di questo loop infinito. Viaggiamo leggeri ma terribilmente carichi di materia percettiva che pieno piano inizia ad espandersi riuscendo a tradurre le magnifiche ondate iterative in racconto, in pensiero, in immagine. In Coral Sea, Celer supera se stesso e durante una apparentemente lucente traccia ambient, riesce a raggiugere vette di grandiosa profondita intimista. Sentiamola quindi, trasformiamoci in essenza, mentre il pensiero vola a sfiorare le parole scritte da Allen Ginsberg: Il peso del mondo e amore. Sotto il fardello di solitudine sotto il fardello dell’insoddisfazione il peso che portiamo e amore.