L’americano a Tokyo Will Long, proietta nel cielo opalescenti scie in lenta disgregazione. Mareggiate di tiepida malinconia in cangiante e stupita accensione graduale. Come un raggio di sole che carezza e scioglie tensioni, con gli occhi chiusi e la fronte poggiata sul freddo vetro di un finestrino d’auto in movimento. Velocità e desideri inafferrabili che tali restano, il suono di infiniti transiti, di esperienza in esperienza, senza mai fermarsi, senza mai averne reale possibilità di farlo. Restano immagini stirate, stralci di conversazioni carpite ad un incrocio, il canto dei motori, l’azzurro del cielo, notti al neon e balli di gioia senza musica in sottofondo. Il progetto Celer da una decina d’anni procede direi immutabile, a volte funziona, a volte martella i santissimi. A questo giro in doppio vinile, bellezza tremolante a profusione. Dal cinese, nella traduzione in inglese, “Xièxie”, vuol dir grazie.