Tralasciate per un attimo le nuove e per certi versi sorprendenti derive innestate con i suoi due nuovi progetti Rangefinder e Oh, Yoko, Will Thomas Long ritorna all’abituale alveo di Celer con uno dei lavori più evanescenti ed eterei tra i cento e oltre pubblicati negli anni sotto tale denominazione.

L’idea sottostante all’ora abbondante di soffi ambientali, articolata in quattro tracce, della quale si compone “Climbing Formation” nasce a mezz’aria tra terra e cielo, tra i riflessi di un tramonto senza fine, inseguito da Long nel corso di un viaggio aereo che lo riconduceva all’attuale residenza giapponese.

Calda e vaporosa è appunto la consistenza delle undici “concatenazioni” che formano le quattro pièce, dilatati frammenti generati da organi, synth e loop assortiti, espansi fino a sublimare bagliori corruschi cristallizzati in una durata, al solito, imponente ma in questo caso fedelmente rappresentativa della placida narcolessia di iterazioni e graduali punti di snodo di composizioni le cui frequenze subliminali a volume elevato rivelano l’incessante moto degli elementi di un’atmosfera impalpabile.

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