Qualora qualcuno si stesse meravigliando della scarsa attività discografica di Will Thomas Long (col “solo” “Viewpoint” pubblicato dall’inizio dell’anno), ecco qui il prolificissimo artista californiano ormai da tempo residente in Giappone presentarsi con un nuovo progetto e una denominazione diversa rispetto a quella di Celer che lo ha accompagnato per svariate decine di pubblicazioni.
Al mutamento onomastico corrisponde l’intrapresa di diverso e parallelo percorso espressivo, incentrato su synth e sequencer, l’interesse per i quali Long ha probabilmente sviluppato in seguito alle collaborazioni dello scorso anno con Machinefabriek. Mantenendo fermi alcuni cardini della suo consolidato profilo artistico, in Rangefinder Long si cimenta in composizioni brevi, incentrate su fremiti e variazioni tonali, in opposizione alle abituali iterazioni droniche di Celer. Inoltre, il flusso sonoro della sua nuova creatura, così come si manifesta nelle tredici tracce di “Night Ride”, risulta pervaso da densi vapori che tracciano paesaggi post-atomici percorsi da luminose scie sintetiche.
Eppure, se nel lavoro non si riscontra solo un immaginario sci-fi d’annata, questo è dovuto alla personale interpretazione di Long, capace di applicare anche a una materia sonora apparentemente inerte e fredda, strati omogenei di malinconia che tendono a conferire un minimo di respiro compositivo all’universo di pulsazioni e brevi irregolarità prodotte dai synth.
Rangefinder potrebbe dunque essere una naturale evoluzione, su nuove basi, della ricerca di Will Thomas Long, della quale “Night Ride” un primo assaggio sotto forma di concisi notturni di visionaria densità analogica.