Parallelo a “Night Ride”, “Harmony State” costituisce la seconda testimonianza della nuova incarnazione analogica di Will Thomas Long, ormai sempre più affascinato dal recupero della rudimentale tecnologia di tastiere e sequencer degli anni ’70-’80.

Rispetto al lavoro “gemello”, le dodici brevi tracce di “Harmony State” costituiscono un ulteriore passo verso la definizione dei contorni dell’autonomo progetto Rangefinder. Da un lato, la spinta sulle componenti sintetiche appare qui più decisa, tanto da presentare passaggi costellati da frequenze irregolari e pulsanti, dall’altro, le fonti sonore prescelte vengono impiegate in funzione di trasfigurazione attraverso mezzi diversi dei due principali cardini dell’imponente produzione di Long come Celer, ovvero l’iterazione armonica e il rumore. Entrambi – con netta prevalenza del primo – sono ben presenti in “Harmony State”, lavoro che pare ricondurre il pulviscolo sintetico generato dalle macchine a modulazioni avvolgenti, non affatto aliene da suggestioni emozionali.

Le oniriche trame di “Particles For Rebuilding” e le sinfonie modulari in miniatura di “Balance Drive” e della conclusiva “Carrier” gettano così un ponte tra il passato di Long e le sue nuove idee, rivelando le inesplorate potenzialità di una strumentazione il cui ruolo, anche nel caso di una scelta così marcata, permane comunque secondario a quello della sensibilità dell’artista che la impiega.

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