“Without Retrospect, The Morning” chiude una virtuale trilogia sull’elemento acqua, iniziata con “Cursory Asperses” nel 2008 e proseguita con “In Escaping Lakes” nel 2009, ma segna anche un altro tassello importante nella discografia della label di Alessandro Tedeschi, pienamente in linea con le tonalità fredde e naturalistiche che ormai da anni contraddistinguono le uscite della Glacial Movements. Celer ha alle spalle una lunghissima serie di uscite in una carriera breve ma intensa, messa in piedi da Will Long e da sua moglie Danielle Baquet-Long, purtroppo deceduta improvvisamente nel 2009, anno in cui il duo iniziava a raccogliere negli Stati Uniti (loro terra di provenienza) quelle prime field recordings che avrebbero poi dato vita a quest’album. Lo stile di Will Long, che ha portato avanti il progetto in forma solista, è astratto e minimale, fatto di accenni sonori che vengono prolungati all’infinito creando dei piccoli drones funzionali a dipingere paesaggi gelidi, panorami glaciali e una natura apparentemente ferma sotto una coltre di neve. I toni delle tastiere e del piano assumono la forma di linee infinite che si estendono senza sosta ripetendo lo stesso unico tema, un modus operandi semplice ma che sembra essere la via più efficace per tradurre in musica l’apparente immobilità della vita. Per la gran parte delle tracce i suoni risultano quasi impercettibili, fatto che rende necessario un ascolto in cuffia. L’intensità tonale aumenta soltanto con “Distance And Mortality”, fortemente influenzata dall’elettronica degli anni ’70 (da Brian Eno ai Pink Floyd) e strutturata come fosse un’enorme cattedrale di ghiaccio immersa in una luce pura. La ripetitività è il leit-motiv di un disco tutt’altro che sterile, capace di centrare l’obbiettivo con una tecnica a togliere, basata sulla sottrazione di elementi e movimenti sonori. L’esito è quanto meno confortevole: l’ambient fredda diventa un riparo, una nicchia sperduta che si apre nella mente dell’ascoltatore, creando orizzonti gelidi puliti e decisamente intensi. Come di norma eccezionale anche l’artwork firmato da Bjarne Riesto, che si sposa alla grande con la pace glaciale dei suoni.

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